Matrix Divina

«Quasi universalmente, tutti condividiamo la consapevolezza di essere più di quanto sembri a prima vista. Da qualche parte, nelle profondità della nostra memoria ancestrale, sappiamo di avere in noi poteri magici e miracolosi. Dai tempi della nostra infanzia, fantastichiamo sulla nostra capacità di fare cose che vanno al di là della ragione e della logica. E perché no? Quando siamo bambini, dobbiamo ancora “imparare” le regole che affermano che i miracoli non accadono nella vita.
I segni delle nostre miracolose potenzialità sono sparsi intorno a noi. (…) Ho indicato che le “anomalie” delle particelle quantistiche potrebbero rappresentare più di un comportamento “strano” e “inquietante”. Mi sono chiesto se la libertà di movimento nella dimensione spazio-temporale dimostrata da queste particelle in realtà non ci stia mostrando una libertà che potrebbe realizzarsi anche per noi nella vita. Intenzionalmente, ho atteso fino a ora per rispondere a tale domanda. Sulla base di tutti gli esperimenti e ricerche e delle dimostrazioni fornite da coloro che hanno trasceso i limiti delle proprie convinzioni, credo che la risposta sia un sì.
Se le particelle di cui siamo fatti possono comunicare istantaneamente fra loro, esistere in due luoghi simultaneamente, esistere sia nel passato che nel futuro e perfino cambiare il passato attraverso scelte effettuate nel presente, allora è possibile farlo anche per noi. La sola differenza fra quelle particelle isolate e noi è che siamo un agglomerato che ne contiene moltissime, tenute insieme dal potere della coscienza.
Gli antichi mistici ricordavano al nostro cuore, e i moderni sperimentatori hanno dimostrato alla nostra mente, che la singola più potente forza dell’universo vive in ciascuno di noi. Quello è il grande segreto della creazione: il potere di creare nel mondo ciò che immaginiamo, attraverso i nostri convincimenti. Anche se forse suona troppo semplice per essere vero, credo che l’universo funzioni esattamente così.
Quando Rumi, poeta e filosofo sufi, ha osservato che gli esseri umani hanno paura della loro immortalità, forse ha voluto dire che è proprio il potere di scegliere l’immortalità, a spaventarci veramente.
Come gli iniziati di Christopher Logue (…) hanno scoperto di aver semplicemente bisogno di un piccolo incoraggiamento per spiccare il volo, forse non ci basta altro che un minuscolo mutamento per vedere che siamo noi, gli architetti del nostro mondo e del nostro destino, gli artisti cosmici che dipingono le loro certezze interiori sulla tela dell’universo. Se riusciamo a rammentare di essere nel contempo l’opera d’arte e l’artista, forse possiamo anche ricordare di essere sia il seme del miracolo, che il miracolo in sé. Se siamo in grado di fare fare quel piccolo cambiamento, allora siamo già risanatinella Matrix Divina.»
(Gregg Braden, “La Matrix Divina”, Macrolibrarsi Edizioni)

In queste immagini, la parte finale del capolavoro di Alejandro Jodorowsky, “La Montagna Sacra” (1973):